Seven è arrivato, Seven piace molto agli utenti di computer (americani in particolare), Seven non impatterà però più di tanto sulle vendite di desktop e notebook nell'ultimo trimestre dell'anno. Per i produttori cosa cambia quindi con l'avvento del nuovo sistema operativo di Microsoft? E come reagirà il mercato, consumer e aziendale, alla disponibilità di Windows 7? Il Sole24ore.com lo ha chiesto ai responsabili del business dei pc in Italia di Asus e Toshiba, due dei primi cinque vendor di notebook e netbook che operano nel Belpaese.
Galbiati, Asus: "Seven un passo in avanti importante. Ma il vero problema sono i margini" Andrea Galbiati, Country Manager di Asus per l'Italia da qualche mese, l'erede di Vista ha sicuramente "maggiori capacità prestazionali" del precedente sistema operativo e sebbene il sentore arrivato dal campo sia stato quello di un'attesa del rilascio tutt'altro che spasmodica "la rispondenza dell'utenza business è da considerarsi buona". Le potenzialità di Seven promettono bene in termini di produttività e sicurezza e la casa taiwanese – "è un passo in avanti importante", assicura Galbiati – ne vuole sfruttare le risorse proponendolo di serie a bordo dei notebook. nella versione a 64 bit. Per Asus, che punta a consolidare la terza posizione nella classifica di vendite di pc nel Belpaese, Windows 7 sarà naturalmente un punto di forza della rinnovata offerta di computer da tavolo – i mini desktop Eee Box e gli "all in one" Eee Top con schermo touchscreen da 20 e 22 pollici - e soprattutto di pc portatili (ultraportatili, per il gaming e professionali) e netbook, fra cui spicca l'Eee Pc serie 1201 HA con display extra large da 12.1 pollici. Il problema a cui guardare in questa specifica fase, a detta di Galbiati, non è quindi quello dei volumi di vendita, che in assoluto rimangono più che discreti grazie alla buona tenuta della domanda consumer e di quella relativa ai portatili nel loro complesso, quanto quello dei margini. "I prezzi medi di vendita – dice in proposito il manager di Asus – sono in discesa e lo prova il fatto che l'80% degli acquisti al consumo riguarda prodotti che a listino sono proposti fra 299 e 699 euro". I pc bonsai – in Italia se ne venderanno nel 2009 circa 1,2 milioni e coprono il 60% delle vendite di Asus - fanno ovviamente la loro parte in questo gioco al ribasso del giro d'affari e l'arrivo di Seven non rischia certo di comprometterne la popolarità, anzi. Casomai è utile ribadire, a detta di Galbiati, che "notebook e netbook sono due segmenti di mercato differenti. Abbiamo perso la leadership di questo mercato a favore di Acer? Manteniamo pur sempre una quota superiore al 30% ma riteniamo necessario non farci trascinare in una battaglia di prezzi che scivola sempre più verso il basso. Stiamo lavorando a un mini pc con Android o con doppio sistema operativo? Sì, ma crediamo che oggi non sia una reale alternativa a Windows perché gli utenti, il mercato, non lo ritiene ancora tale. E quindi aspettiamo".
Pascual, Toshiba: "C'è un rischio di "omologazione tecnologica" per i nuovi pc basati su Windows 7? Secondo Javier Pascual, Country Manager per l'Italia della divisione Computer Systems di Toshiba, "la qualità e l'affidabilità di un marchio differenziano un prodotto rispetto a un altro: sulla nostra linea professionale Tecra, per esempio, il livello di failure rate è dello 0,03%, il che significa una difettosità di tre macchine ogni 10.000. Non è un parametro da poco". Per gli utenti il modo di poter fare una scelta mirata al momento dell'acquisto quindi c'è a patto di non ragionare solo in termini di prezzi. Il punto è che il mercato italiano vive un momento più che discreto a dispetto della crisi grazie soprattutto alle vendite di netbook e di portatili di fascia bassa, i modelli per l'appunto con i costi al consumo più bassi. Se una catena come Fnac sta pensando di proporre a scaffale i notebook per categoria di prezzo, come avviene sui siti di e-commerce, un motivo (valido) ci sarà. Per un vendor diventa di conseguenza sempre più difficile conciliare vendite e margini – Toshiba ha però registrato nei notebook un incremento del 37,5% in volumi e del 30% in fatturato nel primo semestre 2009 – e neppure l'arrivo di Windows 7 pare faccia sperare in un'inversione di tendenza in tal senso. Il fenomeno netbook va quindi ridimensionato? A detta di Pascual i mini pc sono "un grande driver per avvicinare l'utenza al computing in mobilità" ma non dovrebbero superare "il 20/25% del mercato notebook, mentre oggi in Italia hanno un peso sulle vendite intorno al 30%". In Italia, osserva inoltre Pascual, "il 75% del mercato è nelle mani dei primi tre produttori – Toshiba vanta il 7% di share nei portatili e il 20% nei notebook professionali - e abbiamo una frammentazione molto più accentuata che nel resto d'Europa". In questo scenario l'arrivo di Seven non contribuirà, come detto, a modificare più di tanto le cose. "L'impatto di Windows 7 – ha concluso infatti il country manager di Toshiba – si noterà nelle politiche di investimento delle aziende solo dalla prossima primavera mentre in campo consumer si sentirà da subito, soprattutto per ciò che concerne la richiesta di upgrade delle macchine equipaggiate con Vista". E i pc con a bordo il vecchio e poco amato (dagli utenti) sistema operativo? Rimarranno invenduti a scaffale? La risposta di Pascual è, per gli operatori del canale per lo meno, incoraggiante: "si venderanno tutti o quasi, ed entro i prossimi due o tre mesi, grazie alle varie promozioni promosse proprio da Microsoft".
